Lavorare e’ un diritto…dovrebbe!

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Ormai sono quasi 3 lunghissimi anni che non lavoro…no il soffitto non lo guardo, ma ogni giorno da quando mi sveglio la mattina fino a quando inizio a russare la sera (a detta di mio marito anche forte), mi occupo “solo” della mia famiglia e della mia casa.

Non ne posso più… AAA cercasi lavoro in miniera!

Purtroppo mi rendo conto delle esigenze “speciali” della mia famiglia, ma pur sapendolo tutto questo a volte pesa.

Il centro dove Riccardo va tutti i giorni a fare le sue terapie è a 22 km da casa e per portarlo ci sono solo io! Senza poi parlare dei problemi che si creano nel periodo delle crisi della sua sindrome… uno schifo non avere qui vicino mamma e sorella, sicuramente il “peso” lo avrei condiviso con loro.

In questo mio post potrei elencarvi le ovvie difficoltà che una famiglia di 4 persone con le esigenze di un bimbo speciale, si trova a dover affrontare ogni mese per vivere con uno solo stipendio, ma non lo farò perché sarebbe scontato e poi perché mi rendo conto che siamo nonostante tutto dei privilegiati.

Mentre quello che ultimamente più mi è difficile affrontare è la mia quotidianità, adoro occuparmi di loro, ma così la mia testa non ha un solo attimo in cui realmente si preoccupata d’altro.

Così facendo, giorno dopo giorno, questa stanchezza aumenta, ti toglie il respiro e la lucidità di valutare certi eventi.

Avrei voglia di preoccuparmi di ordinare il toner della stampante o di essere più veloce a fatturare, piegare meglio le magliette da mettere in vetrina o assicurarmi di aver riordinato bene la casa della sig.ra Rossi, insomma avrei bisogno di dire alla mia testa di schiacciare il pulsante pausa e di pensare ad altro, al mondo che va avanti li fuori, nonostante tutto il macello che hai qui dentro.

Tutte noi mamme che viviamo situazioni particolari in casa, dovremmo poter avere di diritto un piccolo lavoretto, come se fosse la nostra terapia, le nostre tre ore, il nostro parlare di altro, di mettere in pausa pensieri, il nostro spazio in cui ci è proibito pensare a strategie per risolvere i problemi dei nostri figli.

Non dico che non mi piaccia fare la mamma, ma dico solo che sono una grande matrioska e che la donna, la lavoratrice, l’amica etc che ho dentro hanno bisogno di uscire fuori, hanno bisogno del loro tempo.

Sono rappresentante di classe, faccio parte della proloco del mio paese, ho creato un blog supporto ad altre mamme, organizzo raccolta fondi ma non basta, non mi basta.

Allora qualche giorno fa ho mandato questo messaggio a tutti i miei contatti…

Ciao… montagna di vestiti da stirare? Armadio o cucina da svuotare e riorganizzare? 🏠 da pulire e buttare sotto sopra? Non hai tempo e nemmeno il genio della lampada? Sciocca hai me!!! Se dovessi aver bisogno contattami e fai girare la parola, se invece tu avessi chiuso nell’ armadio quel Marcantonio del genio ricordati di non fare la egoista…ciaooooo

Insomma un altra chiave per aprire un altra porticina. Se capisci la causa del tuo stare male, devi cercare il modo per poterla risolvere, magari nulla cambierà, ma tu avrai la consapevolezza di non essere rimasta li ferma a “grattartela”.

Buon inizio nuovo progetto a tutti…kiss

 

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