Ore 3.42 gli occhi si spalancano, e nel silenzio della notte, sento solo il respiro pesante di Diego ed il rumore amplificato nelle mie orecchie del mio cuore.
E penso solamente ad una cosa, come se fosse una preghiera a Dio …”ti prego, ti prego, non ti fermare”.
Sento una morsa allo stomaco, un nodo alla gola, il battito accelera e capisco che sono in panico, che non riesco a muovermi dalla paura.
Sono atterrita al pensiero che se mi dovesse venire un infarto, non avrei nessuna possibilità di sopravvivenza. Questo è quello che vivo in queste ultime ore, queste sono le conseguenze di ciò che stiamo vivendo a Castelgerundo, nella zona rossa.
Il coronavirus non mi fa paura, ma mi terrorizza a morte ciò che ha provocato.
Voi che vivete al di fuori di questa realtà non potete comprendere cosa significhi sentire ogni giorno il suono delle ambulanze, sentire che la mamma, l amica, la sorella o semplicemente la vicina di casa di uno di noi, si è sentita male ed è stata portata in ospedale…no voi non potete comprendere, voi non state facendo la conta di questo disastro,noi si.
Anziani abbandonati in qualche sala d attesa, su di una sedia, senza che un parente o amico possa tenere la loro mano per rassicurarli. Ambulanze che arrivano da Modena, perché le nostre sono già tutte impegnate, ospedali in pieno caos senza nemmeno una banale bottiglietta d’acqua perché sono finite le scorte.
Ed io non riesco a girare il mio corpo, non riesco a cambiare posizione nel letto, perché penso che se dovessi star male ora, sarei spacciata.
Poi senti persone al di fuori della zona rossa, lamentare il mancato guadagno di questa settimana, lo capisco lo dite a me che siamo una famiglia di 4 persone mono reddito?!? Però quello che voi non capite è che se le restrizioni non ci fossero vi trovereste pure voi stanotte immobili nel vostro letto, con la paura in mano di lasciare soli i vostri figli, perché avere la sanità in tilt significa questo.
Io vi chiedo di ragionare, vi chiedo di fermarvi a pensare oltre la vostra porta, oltre la vostra via, come membri di una grande comunità .
Le vittime di coronavirus sono molte di più di quelle riportate dalla cronaca, sono tutte quelle che sono morte perché non riuscivano a trovare la linea libera del 118, tutte quelle che non hanno ricevuto cure immediate perché fisicamente in quel fottuto istante le ambulanze non erano a disposizione o semplicemente perché si è perso tempo per capire in quale ospedale potere andare…gli infarti, aneurismi celebrali non hanno smesso di esserci per il coronavirus.
Le vittime sono molte di più ed io riprendo a respirare e cerco di dirmi che non posso vivere con questa paura, ma non posso fare a meno di cercare di sentire il mio cuore e ripetere un altra volta in un grido silenzioso…”non ti fermare ti prego”.
Kiss…