
Sono molte le diagnosi che arrivano, ci travolgono come treni, per poi trasformare completamente la nostra esistenza.
Una di queste appartiene alla storia di una mia amica, una donna molto forte che come desidero aveva semplicemente quello di una famiglia, la sua.
Quale momento migliore per raccontarvi la sua storia, se non in questi giorni dove noi cristiani ci stiamo preparando alla Natività?
“Da ragazzina immaginavo un matrimonio da sogno e di avere 3 figli…
qualcosa è andato storto!
Sono andata via da casa molto presto, avevo 20 e avevo bisogno di un uomo che si innamorasse follemente di me e che mi proteggesse.
Abbiamo passato degli anni felici non lo nego, ma dentro di me qualcosa non andava, non era quella la vita che volevo. Apparentemente perfetta agli occhi di tutti, a me lacerava dentro ogni giorno di più.
Solo dopo un brutto aborto riuscii a trovare la forza per chiudere quel rapporto, in quel preciso istante inizió la mia seconda vita, con la mia indipendenza e serenità.
Ovviamente il sogno di trovare il principe azzurro e di diventare madre non mi aveva abbandonato.
Conobbi il mio amore a Roma, una città alla quale per molti motivi sono legata da sempre, nel giro di 3 mesi avevo mollato Milano e mi ero trasferita nella capitale.
Io e Antonio dopo qualche anno sentivamo la necessità di fare il grande passo, diventare genitori, e da lì iniziò la nostra lunga e dolorosa battaglia.
Passarono almeno due anni, persi inutilmente con ginecologi che non fanno altro che dirti di avere pazienza… La pazienza, quella sconosciuta!
Solo quando decidemmo di rivolgerci ad un centro di fertilità, rigirandoci come calzini, scoprirono cosa non andava, traslocazione cromosomica.

Si parla di genetica, non ci si può fare nulla, sono nata così e devo fare i conti con questa maledetta diagnosi, 11% di possibilità di riuscire a rimanere incinta e di avere un figlio sano!
La diagnosi ci ha cambiati, sapevamo cosa non andava e invece di abbatterci ci ha reso più forti!
Facemmo il primo tentativo nel 2016 in Toscana ed andò male, fu una batosta pesantissima per noi e fu pesante recuperare le forze e pensare di ricominciare in un nuovo percorso.
I percorsi di fecondazione assistita sono molto tosti, innanzitutto la coppia viene messa a dura prova perché gli ormoni che prendiamo noi ci fanno andare fuori di testa e basta un nulla per scattare, un nulla per scoppiare a piangere e andare in crisi.
Le punture sono dolorose e ti creano tanti disagi in tutto il corpo, ma il desiderio è talmente forte che stringi i denti e vai avanti.
Dopo 2 anni decisi che era il momento di riprovare, anche questo percorso fu duro e doloroso, ma il destino fece in modo che quella volta fu diverso.
Il nostro momento era arrivato

Sulla mia pagina Instagram racconto la nostra storia:
https://instagram.comla_mamma_di_rachele?igshid=ogtvhn9k1n0a